Anarin l'ultima Tuiletar

Sommario

Principato
Razza
Carriera
Famiglia Nobiliare
Frammenti di cronaca
Dicono di lei
Anarin, moglie di Dàelin e madre di Calemor, fu l'ultima regina (Tùiletar) degli elfi. Il suo nome tornò alla ribalta nel fiorile 1262, quando molti uomini delle corti riferirono di aver assistito a un raro rito druidico in cui venne evocato quello che, pare, fosse il suo spirito.

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Lo spirito di Anarin come apparve nel 1262

Principato
Neenuvar

Razza
Elfo

Carriera
Druido

Famiglia Nobiliare
Non documentata.

Frammenti di cronaca

Gli Antichi sopravvissero, ma non furono mai più gli stessi. Forse per il ricordo della violenta morte, per l'incessante susseguirsi di tramonti su acque funeree o per l'inesorabile incombere di maledizioni vecchie di un'era, le fanciulle elfiche persero la capacità di generare la vita, sprofondando nella sterilità dell'inverno. Anarin se ne avvide, ma proprio quando tutto sembrava perduto, rimase incinta. Alla nascita del bambino, ella ebbe la tragica consapevolezza che sarebbe stato l'ultimo della propria stirpe, eppure questo fu uno dei pochi eventi lieti che sino ad allora avevano rischiarato quei giorni tanto bui: il fanciullo di stirpe reale venne dunque chiamato Calemor, col significato di “Luce nell'Oscurità”.
Ma Dàelin non provò gioia nel vedere il sorriso di suo figlio. Egli era disperato per il fato degli Elfi e non voleva in alcun modo, quasi fosse una battaglia personale, arrendersi e lasciare che la sua gente fosse inghiottita dal tempo. Convocò così i più nobili e potenti tra gli Antichi e, dopo aver celebrato un proibito rituale di potere, li convinse ad unirsi a donne mortali per generare una nuove stirpe, quegli Eredi, 'Aryon' nell’antica parlata, che avrebbero perpetuato nei secoli il retaggio degli Elfi. Dàelin, diffidente verso i Pitti dopo il tradimento di Elen Eressea, ebbe tre figli da una Principessa della Sabbia, Sara dei Crisostomi. Il sangue del popolo della primavera sopravvisse così attraverso questi nuovi nati, ma gli Elfi dovettero pagare un prezzo altissimo e mai più furono in grado di invocare l'antica magia delle leggende. Quando Anarin apprese che il suo sposo, forse in preda a vanaglorioso orgoglio, aveva tradito non solo lei ma tutte le più antiche leggi del mondo, fu sopraffatta da orrore e rabbia. Assieme all'infante Calemor fuggì nelle foreste, aiutata dal clan dei pitti Della Selva, che avevano preso in odio Dàelin nel vedere i primi Eredi nascere da una donna delle sabbie. Il Re degli Elfi si gettò all'inseguimento di Anarin, sperando di poterla convincere che ogni sua azione era stata dettata solo dall'amore per le antiche genti. Quando finalmente la trovò, Anarin sembrò ascoltare le parole di colui che era stato suo compagno per più di mille inverni. Ordinò ai Pitti di ritirarsi e consegnò Calemor a Dàelin ma, quando questi tentò di abbracciarla, ella si gettò nelle acque di un fiume, dove la corrente rapì l'ultima Tùiletar delle Terre Spezzate.[1]


Dicono di lei

"Per i quattro, quando l'ombra è emersa dalle acque di quel lago poco ci mancava che mi venisse un colpo.. chi si aspettava che il 'rituale segreto' di quei bizzarri pitti Della Selva puntasse a qualcosa di questa portata? E quando ha stramaledetto il povero Leonardo della Rovere per aver rotto la consegna del silenzio, mi s'é accaponata la pelle. Resto dell'idea che sono forze che non andrebbero disturbate".[2]

"Mi sono detto che non avrei mai parlato di questo. Ciò che ho visto è stato cosi alto e puro che il solo parlarne ne lorderebbe il ricordo." [3]
  1. ^ Manuale, p. 205
  2. ^ Narra Aldrico da Bosco Alto, in servizio alla corte di Valleterna nel 1261-1262.
  3. ^ Cristoforo Ardente da Rilmeren